STRATEGIE PER RIDURRE LA PRESENZA DI CALABRONI NEGLI APIARI

-Problemi legati ad una presenza massiva della Vespa Crabro ed altre specie

I calabroni, come molti altri esemplari di vespe, sono particolarmente insidiosi e possono recare ingenti danni alle coltivazioni frutticole, quali fichi, pere, mele, prugne e uva. Una colonia di calabroni, oltre a costituire fattore di rischio per l’uomo, può peraltro pregiudicare irrimediabilmente l’intera produzione stagionale. Questo insetto spesso intacca e deteriora unicamente la parte più matura e zuccherina del frutto, per poi contaminarne un altro e rendendo di fatto il prodotto non più idoneo al consumo e dunque alla vendita.

I calabroni europei possono essere definiti onnivori e come tali per sopravvivere si cibano di diverse altre specie di insetti, molti dei quali sono considerati infestanti e quindi loro malgrado in alcune circostanze apportano addirittura benefici ad aree verdi e a quelle coltivazioni in grado di attirare esemplari nocivi. Ad ogni modo, essi risultano dannosi qualora siano soliti nutrirsi anche di api domestiche (che cercano di prelevare dall’alveare e portare vive nel nido per darle in pasto alle loro larve). Questo processo, se reiterato, va a compromettere inevitabilmente ed irrimediabilmente la riproduzione della specie, danni alle arnie e alle famiglie, la produzione di miele stagionale e in modo particolare l’impollinazione dei fiori.

-Trappole (come, quando e dove)
Le trappole idonee ad arginare questo fenomeno e a contrastare l’espansione della colonia possono essere di varie fatture, ma non sempre risultano essere efficaci, l’esperienza legata ai comportamenti biologici nelle varie zone della penisola, possono determinare il corretto utilizzo di questi dispositivi; infatti, risulterebbe sbagliato comunicare con precisione le esatte tempistiche di posizionamento delle medesime, poiché i cambiamenti climatici influiscono moltissimo nella attività delle colonie. Sicuramente inserire le trappole nelle prime settimane di ripresa della stagione primaverile può considerarsi una scelta sensata, per catturare quelle che di fatto sono le vespe fondatrici. Si possono utilizzare dispositivi economici e di semplice realizzazione. Occorrerà prendere alcune bottiglie di plastica da 1,5 litri e riempirle per 2/3 scarsi di birra (4,7 gradi) e posizionare nell’anello l’apposito TAPTRAP, in modo da creare una specie di nassa, al posto quindi del tappo. Questa soluzione è sicuramente una delle scelte che apportano maggiori risultati a fronte di un costo irrisorio.

Calabroni ASGA

Tuttavia l’alimentazione di questa categoria di insetti varia a seconda del periodo e delle necessità della colonia, ci sono infatti dei momenti, specialmente quelli più caldi, in cui i Calabroni prediligono sostanze ricche di proteine. Usare peraltro esche quali frattaglie di “animali da cortile”, può essere un’ottima soluzione per attirarli e catturarli. Di seguito riporto una soluzione che ritengo maggiormente proficua rispetto alle preparazioni classiche (dispositivi che pongono l’esca al centro e colla per topi nei bordi), rischiosi per gli altri animali carnivori, intrappolando anche insetti di dimensioni ridotte rispetto a quelle delle Crabro.

Si tratta di un dispositivo di facile costruzione, utilizzando peraltro materiali di recupero di alveari ormai in disuso, infatti i prodotti occorrenti saranno unicamente degli escludi regina, un copri-favo e un pannello di legno da assemblare con l’uso di una saldatrice o più semplicemente con fili di lega. *Utilizzando reti con maglie della dimensione degli escludi regina saremo certi di aver costruito una trappola strettamente selettiva per le nostre prede.

Fasi di costruzione:

1) Praticare dei fori nelle facce laterali del copri favo, che dovrà essere dotato comunque del dischetto, nel quale in seguito posizioneremo la nostra esca.

2) Far aderire il pannello esattamente sopra al copri-favo e fissarlo con viti rimovibili in modo da facilitare le operazioni di sostituzione dell’esca.

3) Successivamente andrà praticato un taglio quadrato/rettangolare al centro della tavola di legno (esattamente al di sopra del dischetto dove verrà posizionata la nostra esca “proteica”).

4) Nel pannello verranno posizionate ad incastro le reti escludi regina per formare una gabbia.

5) Nel quadrato saldare perimetralmente i pezzi di griglia in eccesso a formare un tronco di piramide che non permetterà ai calabroni di ritrovare il punto di ingresso, rimanendo di fatto intrappolati nella medesima. lungo e compressione di qualità massima.

Lorenzo Rossetti
Tecnico Apistico A.S.G.A. Montalcino